mercoledì 8 marzo 2017

I mostri non vivono solo nel buio

Zombie Paradise

Dylan Dog Color Fest 19: Favole nere

Dylan Dog 363: Cose perdute

Dylan Dog 364: Gli anni selvaggi

http://www.horrormagazine.it/10529/gli-anni-selvaggi

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Dylan Dog 365: Cronodramma

Dylan Dog 366: Il giorno della famiglia

http://www.horrormagazine.it/10673/il-giorno-della-famiglia


Dylan Dog 366: Il giorno della famiglia

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martedì 7 marzo 2017

La puttana della Morte

Lena sente il suo nome chiamato dal vento.
Ovviamente il vento e' freddo. 
Lena sente entrare nelle sue ossa un brivido d'acciaio che le irrigidisce tutti i muscoli.
Non sa scappare.
Non trova forza per opporre resistenza.
Il suo nome vola portato dalla notte e lei avanza nel buio di un cortile sconosciuto seguendo questo suono ipnotico.
Non capisce. Non e' in grado di pensare con lucidità. Le membra dure, si muovono senza il suo controllo. La sua mente vacilla. Sembra che il buio voglia entrare in lei, prenderla da dentro. 
L'aria stessa si fa ė fatta buia. In buio ė dentro ogni cosa. La assorbe. 
Le pietre dei muri sono nere e l'erba sulla quale cammina a piedi scalzi sembra imbrattata di pece. Liquida e calda. Appiccicosa.
Lena sposa novella, affonda i suoi piedini di miele nella rugiada nera che le schizza la veste verginale. 
La lunga gonna bianca si imperla della notte. E diviene pensante. Ma la dolce Lena non sa fermare il suo passeggiare dentro buio. Ed avanza.
Passo dopo passo si lorda, inesorabilmente, si lorda.
Sente il suo nome pronunciato dal buio e lo segue a bocca aperta. E non esce fiato caldo, entra nebbia scura. 
La gonna sporca e' difficile da portare ma lei deve proseguire. Sente il fascino.
Afferra i pizzi macchiati tra le piccole mani, avvolte da guanti si seta chiara e strappa con vigore. 
Butta gli stralci, i suoi guanti si sporcano. Lei insiste a staccare parti fino a cadere ginocchia in terra e anche coi denti si affanna a far fuori tutto. È già che è in giù, nella melma nera, le viene da poggiare le dieci dita nel molle terreno e lasciate l'impronta spingendo con vigore.
È la notte delle sue Nozze, Lena e' bella come il primo giorno di primavera.
Il trucco leggero le fa luccicare gli occhi. Veli di cristalli le contornano i capelli. È dunque cosa altro può fare il buio se non divorarla? Coi guanti marchiati dalla pece passa una carezza avida sulla tenera guancia rosa. E ancora. Fino a che righe di inchiostro nero non le colano fino al mento. Lena l'amorosa sposa, che sfila dai capelli i colpi di luce e li passa al comando delle tenebre, alla Notte. La signora Nera le bisbiglia di scarnificare i brandelli della luce, di togliersi il fardello della luna e lasciarsi immergere nel nero. 
Voi non sapete cosa è il Buio.
Lena si alza, quasi sorride, nulla più controlla, nulla più patisce. 
Lena e la sua mente seguono il sussurro suadente del freddo che la intorpidisce e stordisce, la rende ubriaca.
Forse arriva un ultimo semi cosciente pensiero al suo sposo lontano, totalmente ebbra continua sulla sua nera strada. 
Aveva scelto per la festa un castello su un fiume, romantico e favoloso. Immerso nel verde e lontano dal ogni cosa. Danze e musiche fino a mattina per la sua favola. Ma l'ultimo pensiero che si addormentata nell'incoscienza e' sfuggente.
Tutte le alte piante dell'immenso giardino sono antiche. Il loro nero riluce nel nero. La natura intera e' un abbraccio nero. Lena cammina senza sapere, carezzata da piante nere antiche e malefiche.
Bellissima pierrot sposa , così nera di notte da essere tanto malinconica da far innamorare la Morte. 
Ė lei a chiamare il suo nome con così tanto amore da essere irresistibile e Lena si immerge sempre più. Suono di sconvolgente richiamo, la piccola donna sente ora la pelle eccitarsi e scaldarsi al tocco del freddo della notte morta. Il gelo che le trapassa la carne e le umide macchie colanti del viso le accendono un desidero acuto. Senza pensiero ma col ventre in fiamme, gli occhi spalancati e la bocca affamata di nero, Lena desidera.
Io sai cosa e' il buio ora, Lena. Il buio è il mondo, ė il vero amore.
Bella e sottile Morte ė ad attenderla ai piedi dell'antico pozzo dei sacrifici, dove venivano gettai i fredifraghi e le adultere, nel nome di Dio il codardo. E brilla, brilla nera e totale, nella notte come un nero faro, ė sconvolge. 
Lena la fiuta come un pasto odoroso. Morte attende, triste, il contatto. Ha fame anche lei della sua bellezza chiara sporcata dalle sue ombre. Lena adesso allunga le labbra in un sorriso storto enorme e sensuale. 
Morte s'alza e senza alcuna traccia d'emozione esteriore, fredda e soave e nera abbraccia Lena:
-sei Salva ora Amore Mio, avrai sempre e soltanto la verità. Per la prima notte delle tue nozze, e per sempre, sarai solo la puttana della Morte.- 

La puttana della Morte